La tipografia è un luogo in cui, nel corso degli anni, si sono sedimentate una serie di competenze, che ancora oggi ci consentono una rendita di posizione nella produzione editoriale.
All’inizio, e per molti anni dell’editoria Seac, la produzione dei libri è stata gestita internamente dall’inizio alla fine. Redazione, impaginazione, creazione delle lastre, stampa: attraverso la tipografia passava ogni fase produttiva della creazione di un volume, diventando giorno dopo giorno patrimonio aziendale.
Ciò significa che nel know-how aziendale c’è la conoscenza di ognuna di queste fasi, e quindi chi gestisce e cura il libro ha una visione chiara, organica e specializzata.
Incontriamo Luisa Agostini, che coordina il lavoro di questa area produttiva:
“Anche oggi che alcuni di questi passaggi sono esternalizzati, e che la tecnologia ha modificato e a volte semplificato il lavoro, abbiamo una profonda conoscenza di tutte le fasi di lavorazione perché le abbiamo vissute noi stessi. Fa una differenza sapere cos’è e come è fatta una lastra per la stampa: aiuta a gestire il rapporto coi fornitori, a ottimizzare la gestione e a curare tutti i dettagli”.
Nel lavoro di impaginazione e grafica, progressivamente ha preso corpo l’immagine stessa dell’editoria Seac:
“La produzione editoriale è partita con layout e stili diversi: è stato attraverso il lavoro tipografico che progressivamente hanno preso corpo la grafica, il formato, gli stili, le copertine.”
Oltre a testi e riviste, passano dal lavoro della tipografia anche i modelli per i software, la manualistica software e ancora la stampa digitale per la banca dati All-In e degli e-book.
E così, attraverso le mani della tipografia si è formata un po’ alla volta l’identità di Seac.
Chiediamo anche ad Antonio Santostasi, che ha lavorato in questo campo fin dal 2000, cos’è e come è cambiata nel tempo la tipografia:
“Si tratta di un lavoro che nel tempo si è continuamente innovato: lavori che occupavano settimane di tempo ora vengono fatti in 5 giorni. E non solo per l’evoluzione tecnologica, ma anche per il know-how acquisito nel tempo.
Ma innegabilmente parte del lavoro lo ha fatto anche il cambiamento della tecnologia: oggi sembra un mondo inimmaginabile, ma una volta parte del problema organizzativo era il trasporto stesso dei documenti: cd, dvd, poi posta elettronica, fino ad arrivare ad oggi in cui i file nemmeno hanno un supporto fisico. E invece, ricordo anni in cui dovevamo maneggiare decine di ciano, che erano pesanti e ingombranti.
La ciano è un documento di stampa in cui le pagine vengono riprodotte su una lastra trasparente, allo scopo di controllare e confermare il lavoro, prima di dare il famoso “visto si stampi” per l’autorizzazione alla riproduzione su carta.
Prosegue Antonio:
“Se cadeva in terra una ciano era un disastro! Si sarebbe ricoperto di pelucchi e imperfezioni che avrebbero reso difficilissimo il lavoro di verifica.”
E in quel caso, i tempi per il visto si stampi si sarebbero ancora allungati.
È una storia fatta di persone, e di tecnologie che si rinnovano. Un’altra pagina di storia del Gruppo SEAC.
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