Si parla spesso di “generazione” per rappresentare le esperienze, la cultura, i valori e le aspirazioni di una categoria di persone della stessa età, e dal 2010 le generazioni che convivono – in base alle peraltro non univoche classificazioni – sono sette: Greatest, Silent, Baby Boomers, X, Y, Z e Alpha. A queste dovremmo aggiungere la Lost – ormai ritenuta estinta – e la Yolo, di recente formazione e trasversale alle ultime in ordine cronologico.
Ogni generazione porta con sé valori e competenze profondamente diverse, ma anche nuove aspettative, e nuovi stili di vita e di comunicazione.
Un tema molto dibattuto negli ultimi anni è quello della loro convivenza all’interno di una realtà sociale sempre più complessa, con particolare riferimento ai luoghi di lavoro. È del tutto naturale che tra le varie generazioni possano nascere confronti, collaborazioni e scambi, ma anche – inevitabilmente – conflitti. Siamo nel bel mezzo di una guerra generazionale? I Baby Boomers stanno “rubando” il futuro dei loro figli? La Generazione Z risolverà i problemi legati al cambiamento climatico? Sono tutte domande estremamente interessanti. Alcuni sostengono che il periodo in cui si nasce sia in grado di determinare le nostre attitudini nei confronti del lavoro, della politica, della religione e di molto altro. Altri sostengono che si tratti semplicemente di stereotipi e di preconcetti. Come spesso accade, non c’è una risposta, non abbiamo una verità assoluta.
Dovremmo piuttosto parlare di un rapporto multiplo in costante evoluzione, le cui variabili sono quasi infinite, stanti le innumerevoli individualità che lo costituiscono. In particolare, il rapporto tra i giovani ed il lavoro stimola un interessante dibattito. Come si pongono le nuove generazioni di fronte alla prospettiva di entrare nel mondo del lavoro? Quali ambizioni hanno? E noi – le generazioni più adulte – abbiamo fatto quanto dovevamo per fornire strumenti corretti e percorsi ben definiti?
Il nuovo numero della rivista LAW&HR cerca di fornire il proprio contributo in materia, approfondendo la conoscenza delle varie generazioni ed ospitando i preziosi contributi di Bobby Duffy, autore di importanti studi che cercano di fornire una diversa lettura del fenomeno, e di Paolo Crepet, psichiatra e sociologo tra i più conosciuti.
E le novità non sono finite!
A breve Law&HR non sarà più solo una rivista cartacea: metterà le ali e diventerà…
Cosa diventerà? Continuate a seguirci e lo scopriremo assieme!